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Apologia della città del quarto d’ora e network di prossimità

La transizione economica passa attraverso l’e-commerce di quartiere e della città a misura d’uomo

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La pandemia è stata di fortissimo impulso per il commercio elettronico in Italia.

Con il COVID c’è stata un’ascesa dei negozi di vicinato, mentre quelli costretti a chiudere si sono organizzati per le consegne a casa e hanno scoperto i marketplace online.

Una rincorsa al cambiamento dettata dalla contingenza degli eventi e dalla consapevolezza che il nuovo di oggi dovrà essere meglio di ieri.

Una necessità fisica quella di rivolgersi al vicino o al negoziante sotto casa che trova riscontro anche nel modello di “città del quarto d’ora” nella quale si possa far tutto (o almeno le funzioni sociali urbane fondamentali) nel giro di 15 minuti a piedi o in bicicletta dalla propria abitazione: vivere e acculturarsi, lavorare, fare acquisti utili di beni e servizi, curarsi, godere del tempo libero (fare sport, mangiare bene, condividere).

In fondo cosa vuol dire vivere in una città a misura d’uomo? Sentirsi parte di una comunità e non un semplice numero con tutto ciò che ti serve sentirsi parte della Comunità e non un semplice numero inglobato in un sistema ingessato e standardizzato!.

Le aziende hi-tech hanno capito da tempo l’importanza del quartiere e del network di prossimità. Sono molte le applicazioni che creano relazioni orizzontali prossemiche oltre ai Big Tech Giants: Ricordiamo tra i tanti Nextdoor, la finestra (virtuale) sul quartiere, Laserwall la bacheca di condominio interattiva per connettere i vicini di casa, favorendo gli aiuti reciproci; Social civici come Firstlife, Swarmbit e Hibye i social network che ti permettono di parlare con chi è nei paraggi  e FrescoFrigo, la app di comunità per gestire i supermercati di condominio, sono solo alcuni degli esempi più significativi.

Dalle città del futuro ci aspettiamo un sistema efficace di prossimità, con minori sprechi di risorse e di energie, una maggiore collaborazione e partecipazione. Un vero e proprio disegno che indica nel vicinato, nell’e-commerce e nella necessità di promozione relativa al territorio, i primi indicatori utili per un’immunizzazione allo sterile concetto del “non sarà più come prima”.

Anche il turismo si fa di vicinanza e nasce finalmente questo senso di riscoperta del bello intorno a noi. La necessità di limitare gli spostamenti unita alla maggiore disponibilità di tempo da impiegare, crea nella parola “nostalgia” il driver marketing più forte e l’immenso storytelling chiamato storia.

Tutto quello che  ognuno di noi ha sempre pensato in fondo si è realizzato.

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Se solo sfruttassimo maggiormente il patrimonio culturale che abbiamo!
Se solo dessimo maggior importanza al nostro tempo, utilizzato spesso per acquisti compulsivi!
Se solo imparassimo a parlare di più e soprattutto ad ascoltare gli altri!
Se solo ci soffermassimo a conoscere ciò che ci è vicino, senza invece perderci nel web alla scoperta del mondo!

Impariamo a valorizzare tutto ciò che ci circonda, iniziando proprio dal riscoprire le piccole cose.

Si potrebbe navigare nella retorica all’infinito, ma è degli insegnamenti dei nostri nonni che dobbiamo fare tesoro e che, mai come oggi, trovano un senso nella nostra quotidianità al pari delle nozioni sulla macro economia applicata, dei nuovi modelli di marketing o delle tematiche sull’urbanistica sostenibile.

Sull’asset del network di vicinato sarà necessario ragionare su attività di promozione adeguate che passeranno sicuramente per la rete favorendo l’incontro dei network di vicinato, dell’e-commerce e con il cliente finale.

Ragionare su eventi più piccoli ed ibridi dove l’acquisto può essere fatto on-line ma che spinga le persone a conoscersi fisicamente. Abbattere il muro che attanaglia ogni nostra vita ovvero, lavorare sul concetto di solitudine che affligge la dimensione consumatore, persona e lavoratore di ognuno di noi.

Un’economia connessa che vede lo strumento globale come un’opportunità locale per stabilire relazioni e poi per poter vendere ma soprattutto per renderci più felici e consapevoli.

Fonti: Netcomm, Nielsen

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