SFIDE E OPPORTUNITÀ PER UN FUTURO BLU

Ph. Massimo Bellavista
Il mare, le zone costiere e le attività marine e marittime sono vitali per la nostra società e svolgono un ruolo cruciale nel futuro dell’Unione europea e dei suoi cittadini. Sono i polmoni del nostro pianeta; producono la metà dell’ossigeno che respiriamo. Sono anche una fonte di cibo sano e sicuro, che contribuisce al 16% delle proteine animali di cui ci nutriamo e sono un’importante fonte di sostentamento per tutte le comunità costiere, generando sviluppo, crescita e occupazione.
La necessità di riconoscere il valore della crescita blu, sia esso ambientale, culturale, sociale o economico è ancora più acuto adesso, che attraversiamo una grave crisi mondiale causata dalla pandemia di coronavirus. L’economia blu, quindi, può e deve essere un pilastro centrale e solido in modo da contribuire alla resilienza generale della nostra società. L’Unione europea attribuisce la massima priorità ai temi legati ai cambiamenti climatici, all’ambiente ma anche alle sfide sociali che la nostra società sta affrontando oggi. All’epicentro della risposta c’è il Green Deal europeo, un ambizioso pacchetto di misure volte a ridurre le emissioni di gas serra, investendo nella ricerca e nell’innovazione all’avanguardia ma anche a tutelare e preservare l’ambiente naturale.
La ricerca, l’innovazione ma anche l’istruzione e lo sviluppo della conoscenza sono pilastri fondamentali per rispondere concretamente alle sfide del futuro e possono concretamente contribuire alla transizione verso un’economia blu sostenibile, fornendo soluzioni per la riduzione dell’inquinamento marino compresa la plastica, la mitigazione dei cambiamenti climatici, la gestione delle risorse alieutiche, lo sviluppo di nuovi materiali, inclusi sostituti della plastica biodegradabili, nuovi mangimi e sistemi alimentari ma anche per la pianificazione dello spazio costiero e marittimo e la governance dei mari e degli oceani. L’Unione Europea raccomanda agli Stati membri di includere nei Piani di ripresa del Recovery Fund (Next Generation EU) misure di protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini (quali lo sviluppo e la gestione della rete Natura 2000, la conservazione e il ripristino di specie e habitat, il controllo delle specie esotiche invasive o la costruzione di infrastrutture blu).
L’economia blu in Europa genera un valore aggiunto di 46,7 miliardi di euro, il 3,0% del totale economia ma se si considerano gli effetti diretti e indiretti – per ogni euro prodotto direttamente si ha un effetto moltiplicatore di filiera pari a 1,9 – si arriva ad un valore aggiunto prodotto complessivo di 134,5 miliardi di euro: l’8,5% del totale dell’economia. In Italia 200 mila aziende operano nell’economia blu, quasi 1 milione di occupati, circa 47 miliardi di euro di valore aggiunto. L’81% delle competenze professionali richieste oggi dalle imprese operanti nella blue economy riguardano principalmente il green e la sostenibilità.
La transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile – quest’ultimo da intendersi non solo sul versante ambientale ma anche sociale ed economico – sono dunque oggi un imperativo urgente e imprescindibile, e numerose sono le strategie disponibili per pianificare il presente e il futuro: dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite con i suoi 17 obiettivi alla strategia Far2Fork, dalla Mediterranean Strategy for Sustainable Development alla Strategia sulle Biodiversità.
Un’economia marittima sostenibile non potrà decollare senza delle misure pubbliche che la incentivino attraverso una politica marittima integrata, aiuti economici e sgravi fiscali per le idee a zero impatto ambientale, e in stretto legame con la ricerca.
Excelsior, Unioncamere 2019